domenica 26 giugno 2011

Cuori infranti e voglia di urlare

Ed eccoli li, quattro giovani, due ragazze una bionda e una mora, una alta l'altra bassa, e due ragazzi, uno moro e l'altro castano. 
Avevano passato una piacevole serata al cinema ed era giunta l'ora di mettere qualcosa nello stomaco, così si sedettero ad un tavolo del McDonald's.
Dopo qualche secondo di silenzio una delle ragazze, quella bionda, iniziò a parlare col ragazzo moro dall'aria triste...
Mentre gli altri due ragazzi erano intenti a mangiare un panino e un gelato arrivò la tanto attesa domanda che il ragazzo si era sentito ripetere molte volte: "come sta andando adesso che vi siete separati?"
Ed ecco che apparve sul suo volto uno sguardo carico di tristezza, gli occhi un po' lucidi...Eccolo li, un altro cuore infranto.
La ragazza mora faticò ad alzare gli occhi al cielo, non ne poteva più di sentire sempre la solita storia: lui sta bene ma lei gli manca.
Non lo riteneva giusto, anche lei aveva dei problemi ma non poteva parlarne con gli amici perchè loro reputavano più importante parlare di una storia d'amore finita male.
Nonostante tutto provò un po' di tenerezza per lui e rimase ad ascoltare la sua storia, il ragazzo castano seduto davanti a lei che faceva guizzare gli occhi azzurri un po' sul suo volto un po' su quello del ragazzo.
Passarono diversi minuti e la piccola mora decise che era giunto per lei il momento di tornare a casa. 
Salutò gli amici, che rimasero ancora a parlare e cercare di consolare quel povero ragazzo con la faccia da cane bastonato. 
Mentre attraversava il lungo corridoio che l'avrebbe condotta alla macchina pensò che aveva trascorso un'altra serata deludente, senza vedere il ragazzo che da giorni voleva stringere tra le sue braccia. 
Un pensiero le balenò nella mente: "uhm, ormai si sarà messo con un'altra ragazza".
Insieme a questo pensiero giunsero rabbia e frustrazione, e un briciolo di speranza. La speranza di non aver perso un'altra occasione.
Soffocò la tentazione di dar sfogo a quell'insieme confuso di emozioni. 
E soffocò anche la voglia di urlare

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